L'USI accoglie il suo primo "Scholar at Risk" afghano

(da sin.) Maurizia Ruinelli, Parwiz Mosamim e il Prof. Jean-Patrick Villeneuve alla stazione FFS di Lugano, lo scorso 28 novembre
(da sin.) Maurizia Ruinelli, Parwiz Mosamim e il Prof. Jean-Patrick Villeneuve alla stazione FFS di Lugano, lo scorso 28 novembre

Servizio comunicazione istituzionale

20 Dicembre 2021

L'appello lanciato in agosto per cercare la disponibilità ad ospitare studiosi afghani all'USI nell'ambito del programma Scholars at Risk (SAR) è stato raccolto e, a fine novembre, lo studente dottorale afghano Parwiz Mosamim è giunto a Lugano dove si è unito al gruppo di ricerca del Prof. Jean-Patrick Villeneuve all'Istituto di comunicazione e politiche pubbliche (ICPP, Facoltà di comunicazione, cultura e società).

Nei mesi precedenti il ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan, a fine agosto scorso, l'organizzazione Scholars at Risk (SAR) aveva ricevuto un elevato volume di domande da parte di studiosi ed esperti afghani a causa del rapido deterioramento delle condizioni nel Paese. La maggior parte sono persone che hanno sostenuto pubblicamente, attraverso l'insegnamento, la ricerca, le pubblicazioni o attività pubbliche, un futuro pluralista, rispettoso dei diritti e democratico per l'Afghanistan, e come risultato, affrontano un rischio grave e immediato di violenza di ritorsione. SAR è la rete internazionale di istituzioni e individui che cerca di proteggere gli accademici minacciati e di promuovere la libertà accademica, ad esempio organizzando posizioni accademiche temporanee presso le università e istituti membri.

Come membro della SAR (dal 2016), l'USI ha pubblicato in agosto un appello rivolto a tutti i professori per sondare l'interesse e la disponibilità a ospitare studiosi afghani all'interno dei loro gruppi di ricerca. Il professor Jean-Patrick Villeneuve, che dirige l'Istituto di comunicazione e politiche pubbliche dell'USI, ha risposto all'appello e - con il fondamentale lavoro svolto dal Servizio relazioni internazionali e mobilità e dal Servizio risorse umane dell'USI, e il prezioso sostegno dell'Accademia svizzera di scienze naturali (SCNAT), il Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS) e dell'ETH Zürich - è riuscito ad assumere Parwiz Mosamim come assistente di dottorato.

"Ho avuto il primo contatto con Parwiz nell'estate 2021. Egli stava completando un breve soggiorno all'Politecnico di Zurigo e stava tornando in Indonesia, per completare il suo Master in amministrazione pubblica presso l'Universitas Padjadjaran. In quel periodo si è informato sulle possibilità di fare un dottorato nel mio gruppo di ricerca", spiega il Prof. Villeneuve. "Il ritorno dei Talebani al governo ha accelerato le nostre discussioni. Il suo profilo accademico e i suoi interessi di ricerca sono proprio quelli che cercavo per il mio team, e non solo ho accolto con piacere l'appello del SAR, ma sono anche molto contento di averlo all'USI".

Parwiz Mosamim ha conseguito un Bachelor in giornalismo e comunicazione di massa all'Università di Herat in Afghanistan e un Master in amministrazione pubblica all'Universitas Padjadjaran in Indonesia. Da gennaio ad aprile 2021 è stato visiting scientist al Politecnico di Zurigo nello "Spatial Development and Urban Policy Research Group" - un progetto che continua in quanto Parwiz è stato ora accettato nel ETH4D Doctoral Mentorship Program. Dalla fine del 2020, collabora con l'Alleanza delle civiltà delle Nazioni Unite e l'UNESCO - MGIEP come giovane ricercatore nel progetto di ricerca "Preventing Violence Extremism in South Asia through Education". Inoltre, negli ultimi 5 anni Parwiz ha lavorato come giornalista per giornali, radio e TV in Afghanistan e in altri Paesi, ed è scrittore e coordinatore locale di Students for Liberty Organization.

"All'USI sarò un assistente di dottorato in Public Administration, lavorerò nel gruppo di ricerca del Prof. Jean-Patrick Villeneuve e mi concentrerò sul mio progetto di ricerca 'Women's Representation in Decision-Making Positions of Public Administration', con un caso di studio in Afghanistan. Il progetto di ricerca esplora le barriere e le opportunità di rappresentanza delle donne nel sistema burocratico del governo dell'Afghanistan attraverso il concetto di burocrazia rappresentativa - spiega Parwiz, che commenta - All'USI ho trovato un ambiente accademico meraviglioso con persone davvero disponibili ed esperte e, anche se sono a Lugano solo da poche settimane, so che lavorare e studiare qui rappresenterà una grande e indimenticabile esperienza nella mia carriera accademica".

Il buon esito di questa vicenda è il risultato della rapidità delle azioni coordinate dal Servizio relazioni internazionali e mobilità dell'USI e sostenute dal Prorettore per le relazioni internazionali Prof. Cesare Alippi. "Dopo aver lanciato l'appello in agosto, il Prof. Villeneuve ci ha subito contattati per raccontarci della situazione di Parwiz e insieme ci siamo attivati per permettere a Parwiz di continuare il suo percorso accademico all'USI - il suo visto di studio per l'Indonesia era infatti in scadenza e sarebbe dovuto tornare in Afghanistan, il suo profilo accademico, oltre che essere perfettamente compatibile con il gruppo di ricerca del Prof. Villeneuve, è anche perfettamente compatibile con la missione stessa del SAR che vuole promuovere e garantire i principi e i valori della libertà accademica", spiega Maurizia Ruinelli. "Poiché il nostro Servizio è il punto di contatto per la SAR all'USI, abbiamo subito contattato l'organizzazione e presentato i documenti di candidatura di Parwiz. Allo stesso tempo, ci siamo avvicinati al FNS per richiedere gli speciali 'fondi di mobilità scientifica' assegnati ai candidati SAR. Questo approccio proattivo non è usuale, normalmente spetta al ricercatore presentare la domanda ed è l’organizzazione che si occupa di valutare e trasmettere i dossier agli istituti o università partner. I tempi di risposta dell'FNS, così come quelli delle autorità federali e cantonali dell'immigrazione per il visto di studio, sono stati straordinariamente brevi, permettendo a Parwiz di arrivare finalmente a Lugano lo scorso 28 novembre".