Ranking universitari, l'USI si distingue per la sua prospettiva internazionale

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Servizio comunicazione istituzionale

12 Settembre 2019

In occasione del Times Higher Education (THE) World Academic Summit, tenutosi a Zurigo dal 10 al 12 settembre scorsi, sono stati presentati i THE World University Rankings 2020. Quest’anno, per la prima volta, nella prestigiosa graduatoria figura anche l’USI, che si segnala in particolare per la sua prospettiva internazionale. Ma che cosa sono i ranking e come funzionano? Qual è il loro significato per un’università?

In campo accademico i primi ranking su scala internazionale sono comparsi verso la metà della scorsa decade. Rispetto alle classiche elencazioni numerico-quantitative, le graduatorie accademiche sono molto più complesse – già solo per il fatto che ve ne è una grande varietà, con metodologie anche molto diverse – ed è quindi importante saperle distinguere e soppesare, per carpirne soprattutto gli elementi qualitativi. Infatti, la valutazione di un’università non può ridursi alla semplice osservazione del suo ‘piazzamento’ in graduatoria. 

I più noti ranking accademici globali – THE, ARWU e QS – vengono compilati in base all’analisi di una quantità molto grande di dati. Da questi vengono elaborati degli indicatori, fra cui spiccano quelli bibliometrici (citazioni e riferimenti nelle pubblicazioni scientifiche), ricavati da due banche dati principali, il Web of Science di Clarivate Analytics e Scopus del gruppo editoriale Elsevier. Questi e altri fattori quantitativi, che considerano l’impatto della ricerca svolta dalle università, sono però accompagnati da altrettanto importanti elementi qualitativi, quali ad esempio la qualità dell’insegnamento e la prospettiva internazionale. 

Sebbene sia un’università giovane e piccola, l’USI già da qualche anno figura in alcune graduatorie, sia a livello globale, come nell’ARWU - Academic Ranking of World Universities (ARWU, meglio conosciuto come “ranking di Shanghai” poiché viene redatto dalla società ShanghaiRanking Consultancy), sia a livello più settoriale, come nel Financial Times Global Masters Ranking e nel CSRankings. Quest’ultime fungono da classifiche di riferimento per studenti interessati a determinate discipline o a studiare presso i migliori istituti nel proprio campo di specializzazione. Nelle graduatorie globali, invece, è una determinata università nel suo insieme a essere ‘pesata’ rispetto alle altre presenti nella stessa classifica. 

Da settembre la nostra Università è entrata anche nell’ultima edizione dei THE World University Rankings, collocandosi in quello generale nel primo quarto della graduatoria, nella fascia 301-350 su 1396 atenei considerati in 92 Paesi e regioni del mondo, e distinguendosi in particolare per la sua prospettiva internazionale, rispetto alla quale l’USI è risultata la seconda università in assoluto, sempre sulle 1396 considerate. Un dato che rispecchia, insieme ad altri indicatori, le diverse collaborazioni scientifiche internazionali dei membri della nostra comunità accademica. Stando ai dati raccolti da Scopus, ad esempio, le pubblicazioni con autori e co-autori internazionali dell'USI raggiungono il 65%.

Per partecipare alle varie iniziative di ranking si può farne richiesta, come nel caso del THE dove le università forniscono dati che sono poi “incrociati” con quelli forniti da istituzioni quali, in Svizzera, l’Ufficio federale di statistica o il Fondo nazionale svizzero. Per altri ranking, come quello di Shanghai, l’inserimento avviene sostanzialmente in automatico sulla base dei dati bibliometrici disponibili. Fra le motivazioni che spingono le università a partecipare a queste iniziative vi è però non solo la volontà di essere più “visibili”, ma anche la necessità di confrontarsi con il contesto accademico per migliorarsi e per alimentare la “riflessione interna”, come è il caso dell’USI.