L'USI partecipa al progetto di ricerca COVIDisc sostenuto dal Fondo nazionale

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Servizio comunicazione istituzionale

4 Giugno 2020

L’analisi dell’impatto della pandemia presuppone una discussione a più voci fra attori politici, l'amministrazione pubblica, il mondo dell'economia e la società civile. Proprio l’analisi della comunicazione tra le organizzazioni di sanità pubblica e specifici gruppi di riferimento diventa essenziale per comprendere comportamenti e risposte all’emergenza sanitaria. In questo contesto si inserisce il progetto COVIDisc, che vede collaborare la Prof.ssa L. Suzanne Suggs dell’Istituto di salute pubblica (IPH) dell’USI con i colleghi della Zürcher Hochschule für Angewandte Wissenschafte (ZHAW) e dell'Università degli Studi di Trieste. COVIDisc è uno dei dieci progetti selezionati, su un totale di 70 sottoposti nell’ambito delle scienze sociali, dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS) in risposta al bando speciale ‘coronavirus’ lanciato a fine marzo scorso.

La discussione pubblica su COVID-19 può avere un impatto sia sulle nostre percezioni, sia sui nostri comportamenti comunicativi e sociali. Le azioni delle fasce di popolazione giovane svolgono un ruolo cruciale nell'attuazione di misure politiche nel contesto di una "situazione particolare", come definito dalla Legge sulle epidemie (LEp, art. 6). Il progetto COVIDisc include l'analisi dei media e dei discorsi organizzativi, nonché interviste qualitative condotte con giovani dai 15 ai 34 anni nella Svizzera tedesca e italiana, con l'obiettivo di migliorare la comunicazione tra le organizzazioni di sanità pubblica e queste fasce di età. Il progetto si concentra nello specifico sulla fascia di età menzionata in quanto rappresentativa di tre distinte fasi della vita, è considerate altamente flessibili in termini di mobilità ed è considerata meno colpita dal virus in termini di salute. Il doppio focus sui discorsi sia in italiano che in tedesco offre inoltre spunti sulle dinamiche locali e regionali nella Svizzera plurilingue.

“Lo studio fornirà raccomandazioni di comunicazione pertinenti per i processi decisionali e la gestione della comunicazione delle organizzazioni sanitarie pubbliche”, spiega la Prof.ssa Suggs. “Svilupperà strategie per la comunicazione di crisi, il pubblico di riferimento e lo sviluppo del messaggio per l'attuale pandemia COVID-19 e per le future misure di salute pubblica.”

A inizio aprile, la professoressa Suggs, che è anche vicepresidente della Swiss School of Public Health (SSPH+), è stata chiamata a far parte della Swiss National COVID-19 Science Task Force voluta dal Consiglio federale e composta da ricercatori provenienti dall’intero panorama universitario. I vari gruppi di specialisti, suddivisi per settori di competenza, sono chiamati ad affrontare diversi temi con un approccio coordinato, comprendono la diagnostica, l’approvvigionamento clinico e la ricerca, il rintracciamento dei contatti mediante nuove applicazioni digitali da sviluppare e convalidare, nonché questioni di carattere etico e giuridico. Per ulteriori informazioni: https://www.usi.ch/it/feeds/13155