"Divenir del mondo esperti", per fare conoscenza insieme

Le colonne d'Ercole con il motto
Le colonne d'Ercole con il motto "Plus ultra", emblema di Carlo V. Foto: Ignacio Gavira. Fonte: Wikimedia. Licenza: CC BY-SA 3.0
Claude Lorrain, La partenza di Ulisse dall'isola dei Feaci, Louvre. Fonte: Wikimedia
Claude Lorrain, La partenza di Ulisse dall'isola dei Feaci, Louvre. Fonte: Wikimedia
Le colonne d'Ercole con il motto
Le colonne d'Ercole con il motto "Plus ultra", emblema di Carlo V. Fonte: Wikimedia

Servizio comunicazione istituzionale

29 Marzo 2021

L’Ulisse dantesco, figura iconica dell’innato desiderio di conoscenza dell’essere umano, afferma che nulla riuscì a vincere in lui l’“ardore” di “divenir del mondo esperto”. Varcare le colonne d’Ercole, scoprire il mondo, fare conoscenza di altre culture e soprattutto fare conoscenza insieme con altri modi di pensare è un’esperienza arricchente, e all’USI è possibile viverla anche… stando fermi. In occasione del nostro 25esimo continuiamo il cammino nell’officina del sapere dell’USI, proponendo una riflessione del nostro Prorettore per l’internazionalizzazione, Prof. Cesare Alippi, sul valore che l’internazionalità riveste per la nostra Università e più in generale per un’istituzione vocata alla conoscenza.   

In questo momento all’interno della comunità USI, tra studentesse e studenti, professoresse e professori, ricercatrici e ricercatori sono rappresentati 99 diversi Paesi, dall’Afghanistan allo Zimbabwe. Laureate e laureati della nostra Università sono attivi professionalmente in 117 Paesi e, considerando le co-pubblicazioni a livello scientifico negli ultimi anni, la rete della ricerca USI annovera circa 500 partner in 96 Paesi, dal Vietnam all’Albania.  

Concentriamoci per un momento sul solo ambito della formazione e giochiamo un po’ a “dare i numeri”. Tra le 3’350 studentesse e studenti dell’USI sono presenti 93 nazionalità differenti, ovvero è rappresentata circa la metà dei Paesi del mondo. Se sommiamo la popolazione di questi Paesi arriviamo a circa 6’415’000’00 persone, il che significa che nella nostra Università abbiamo tra gli studenti almeno un’“ambasciatrice” o un “ambasciatore” dell’83,6% della popolazione globale. È un vero e proprio mondo tra le mura di quattro campus.     

L’USI conta 100 università partner nell’ambito dei programmi di scambio per studenti, in Svizzera, in Europa e nel mondo. Se tracciassimo in linea d’aria un perimetro virtuale di forma esagonale tra le università partner situate rispettivamente più a nord (University of Jyväskylä, Finlandia), nord-est (Kyoto Institute of Technology, Giappone), sud-est (University of Technology Sydney, Australia), sud (National and Kapodistrian University of Athens), sud-ovest (Pontificia Universidad Católica del Perù, Lima) e nord-ovest (Virginia Polytechnic Institute and State University, Stati Uniti), otterremmo approssimativamente 55’000 km, ovvero la lunghezza dell’equatore più circa altri 15’000 km; per darvi un’idea 15’000 km sono più o meno la distanza tra Lugano e Adelaide in Australia. Davvero un vasto orizzonte per arricchire il proprio percorso di studi.

Questi modi “curiosi” di raccontare la nostra internazionalità aiutano, credo, a comprenderne non solo dimensioni e valenza, sorprendenti per un’università delle proporzioni dell’USI, ma anche la preziosità per un’istituzione che ha come ragion d’essere lo sviluppo e la trasmissione della conoscenza.

Un’università a vocazione internazionale, che si impegna ad attirare talenti da tutto il mondo, offre ai propri studenti e ricercatori l’opportunità di confrontarsi con un’arricchente pluralità di culture e di prospettive già all’interno della propria classe o gruppo di ricerca, in un’atmosfera cosmopolita che all’USI è al contempo familiare, facilitando lo scambio di idee in ambito multiculturale. Unito alla possibilità di sfruttare la rete globale dell’USI, che sia per un semestre di mobilità finalizzato a “respirare” un’altra realtà, o per entrare in contatto con specialisti e centri di ricerca in tutto il mondo, questo contribuisce a fare della nostra Università un vero e proprio “hub” in cui proiettarsi verso carriere internazionali e, più in generale, aprirsi a incontri e orizzonti inaspettati.  

Non si tratta, infatti, solo dell’ambito in cui ci si specializza o della professione che si svolgerà. “Divenire del mondo esperti”, fare conoscenza di e soprattutto fare conoscenza con altri modi di pensare, vivere, sognare e interpretare gli accadimenti del mondo permette soprattutto di crescere come cittadini e come persone.  

Ecco perché investiremo ancora di più nella valorizzazione della nostra dimensione multiculturale - come Prorettore per l’internazionalizzazione è proprio questo il mio compito -, ad esempio attraverso momenti di reciproco incontro e altre iniziative, per fare dell’USI sempre più quel luogo che concorre a portare la Svizzera italiana nel mondo e il mondo nella Svizzera italiana, quel laboratorio di sintesi e osmosi creativa iscritto nella sua vocazione di canale di dialogo tra l’Europa del nord e il Mediterraneo, e più in generale tra mondi culturali differenti.

 

#USI25 #facciamoconoscenza #officinadelsapere #scintille

 

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