Dialogo e riparazione: all'USI un corso per il reinserimento delle persone condannate

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Servizio comunicazione istituzionale

30 Agosto 2022

Si è tenuta, in collaborazione tra l’Istituto di diritto (IDUSI), l’Istituto di argomentazione, linguistica e semiotica (IALS) dell’USI e l’Ufficio dell'assistenza riabilitativa del Cantone, la seconda edizione del corso “Narrare, dialogare, (ri)costruire” alla quale hanno partecipato una decina di persone coinvolte in vari reati. Questo corso, al termine del quale i partecipanti ricevono un certificato di formazione continua USI, ha come obiettivo la gestione delle situazioni di conflitto e si inserisce nelle attività di reinserimento nella società svolto dall’Ufficio dell’assistenza riabilitativa del Cantone.

Il corso, che si è tenuto dal 22 al 24 agosto nel Campus Ovest dell’USI a Lugano, parte dall’idea che la comunicazione collaborativa e il dialogo possono essere strumenti efficaci per gestire il disaccordo senza ricorrere alla violenza, sia fisica sia verbale, aiutando inoltre a superare la frattura sociale che si viene a creare dopo un conflitto. Si tratta – hanno spiegato Annamaria Astrologo, professoressa di diritto alla Facoltà di scienze economiche, e Sara Greco, professoressa di argomentazione alla Facoltà di comunicazione, cultura e società – di una situazione comune a tutti, ma che nel contesto di chi è stato condannato per un crimine assume un’importanza ben diversa. «È un corso molto intenso anche dal punto di vista emotivo» ha spiegato la professoressa Greco sottolineando come la comunicazione collaborativa non escluda affatto le emozioni ma anzi le ritenga parte essenziale nella costruzione del dialogo.

Anche per questo il corso si è aperto con un laboratorio, tenuto da Stefano Tardini e Branislava Trifkovic del Servizio eLab dell’USI, che attraverso il metodo LEGO® Serious Play®, appositamente adattato per affrontare le situazioni di disaccordo e il dialogo, ha aiutato il gruppo ad affrontare il tema superando le differenze interne e le diffidenze iniziali. "Molti non si conoscono tra di loro e ci sono persone di varie età e livelli di formazione" ha spiegato la professoressa Greco. «Noi non sappiamo in anticipo per quali reati sono stati giudicati e neanche in quale regime si trovano in quel momento, anche se durante le discussioni l’informazione finisce per emergere perché le persone raccontano di sé» ha aggiunto.

L’obiettivo del corso, come accennato, non è solo capire come gestire in maniera non violenta le situazioni di conflitto, ma anche come il dialogo argomentativo possa svolgere una funzione riparatrice: le parole feriscono ma possono anche curare ed è proprio su questo punto che la ricerca svolta dall’Istituto di argomentazione, linguistica e semiotica incontra quella dell’Istituto di diritto. Il lavoro sul conflitto porta infatti alla giustizia riparativa che, ha spiegato la professoressa Astrologo, si affianca alla giustizia penale tradizionale lavorando, più che sulla colpevolizzazione dell’autore del comportamento indesiderato, sulla frattura provocata dal reato. «Questo riguarda sia la vittima, le cui domande spesso non trovano risposte nel processo penale, sia l’autore del reato che può prendere consapevolezza di quanto fatto. La giustizia riparativa vuole fare in modo che entrambe le parti, sia le vittime sia gli autori, possano beneficiare di no spazio di dialogo protetto».

Questo processo è un importante tassello del percorso di reinserimento dei condannati nella società. Al corso hanno infatti partecipato anche l’ex direttrice dell’Ufficio dell'assistenza riabilitativa Luisella De Martini-Foglia e l’attuale caposervizio Marlene Masino, oltre all’ex procuratore generale Bruno Balestra. «Non sempre ci si pensa, ma la pena detentiva è innanzitutto l’essere isolati e, una volta che si va verso la conclusione della detenzione, può essere difficile tornare ad avere relazioni con gli altri e con i propri familiari. Il corso, che abbiamo deciso di tenere qui all’USI fin dallo scorso anno grazie al supporto del rettorato, è in questo un “momento di vita”» ha spiegato la professoressa Astrologo. «Il dialogo argomentativo è uno spazio di discussione non solo in senso metaforico ma anche fisico e qui, ad esempio mangiando insieme in mensa, abbiamo la possibilità di costruire un luogo di incontro» ha precisato la professoressa Greco. Come detto, quella che si è tenuta nei giorni scorsi è stata la seconda edizione del corso. «Alcuni hanno deciso di partecipare su consiglio di chi già aveva fatto il corso: lo scorso anno si è creata una dinamica molto positiva e diversi partecipanti hanno chiesto dei permessi per seguire altre attività che abbiamo organizzato durante l’anno sul conflitto e la giustizia riparativa» ha concluso Astrologo.