Un anno di prospettive sul futuro del cinema

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Servizio comunicazione istituzionale

3 Aprile 2023

Nel 2022 l’Università della Svizzera italiana in collaborazione con il Locarno Film Festival ha dato il via a una cattedra congiunta sul futuro del cinema e delle arti audiovisive, sostenuta da Swisscom. A un anno dall’entrata in funzione di Kevin B. Lee, Locarno Film Festival Professor for the Future of Cinema and Audiovisual Arts, facciamo con lui un bilancio su quanto fatto e sui progetti futuri.

 

Professor Lee, il bilancio di questo primo anno è positivo?

Grazie a questa cattedra, l'USI e il Locarno Film Festival, con il sostegno di Swisscom, hanno unito le proprie competenze per stabilire una posizione forte nella ricerca, nell'insegnamento e nello sviluppo di nuove prospettive per il cinema in Ticino, in Svizzera e oltre. È stato fatto molto su entrambi i fronti e anche guardando solo al lato USI c'è molto da festeggiare. La cattedra ha lanciato con successo la sua offerta sia a Lugano sia a Mendrisio. Siamo riusciti a offrire un curriculum di cinema che attrae studenti da diversi campi di studio e rafforza il legame tra i due campus.

 

In particolare su quali temi ha lavorato?

La mia principale area di ricerca è quella dei video essay che vedo come un potente strumento per studenti e ricercatori. Nel XXI secolo, l'audiovisivo sta prendendo sempre più il posto della scrittura come modalità primaria di comunicazione di idee ed esperienze e il video essay è un modello chiave di questo sviluppo. In passato ho applicato questo strumento allo studio del cinema, ma all'USI sto lavorando con studenti di comunicazione, marketing, media management, italianistica e architettura. Questo lavoro mi ha aperto nuove prospettive su come questo strumento possa essere applicato a un insieme più ampio di discipline e obiettivi.

Oltre a questo, svolgo ricerche su diversi temi legati al futuro del cinema e dell'audiovisivo, come il ruolo dell'intelligenza artificiale e degli algoritmi e il modo in cui i diversi tipi di media audiovisivi e di intrattenimento competono all'interno delle economie e delle ecologie dell'attenzione umana. L'esposizione alla bellezza del paesaggio ticinese mi ha reso più sensibile alle sfide ecologiche del nostro tempo e questo mi ha portato a tenere il mio primo corso di video essay sull'eco-cinema, che ha avuto un grande successo. Sto utilizzando i risultati del corso per entrare in contatto con le iniziative di ecosostenibilità del territorio e mostrare come i video essay possano contribuire a questa causa.

 

Quale considera il risultato più importante dell'ultimo anno?

Mi vengono in mente molti bei ricordi dell'anno passato, in particolare i giorni del 75° Locarno Film Festival. Nel programma sono stati presentati diversi video essay realizzati da studenti dell'USI. Abbiamo organizzato un talk di 24 ore sul futuro dell'attenzione che è stato visto in tutto il mondo e ha portato una nuova energia al Festival. Abbiamo inoltre ospitato una masterclass e la proiezione di un film al clue Cinema di Zurigo, come parte della strategia del Festival di affiancare all'evento di agosto, di livello mondiale, una comunità connessa tutto l'anno che possa beneficiare di una serie di iniziative on e offline. Più di recente, una studentessa di master che ha frequentato il mio seminario sui video essay mi ha detto che è stato uno dei corsi più utili per il suo attuale stage in un ufficio dell’amministrazione federale, dove la realizzazione di video si è rivelata una competenza fondamentale. Questo feedback è stato molto importante e dimostra come la comunicazione audiovisiva diventerà sempre più essenziale negli anni a venire.

 

Quali sono gli obiettivi per il 2023?

Continuerò a rafforzare la comunità del Festival con altri eventi durante l'anno; recentemente ho tenuto delle masterclass a L'immagine e la parola a Locarno e al MEET Digital Culture Center di Milano. Continueremo inoltre a costruire una rete internazionale di ricercatori che alla fine porterà a un simposio sul futuro del cinema che si terrà ogni anno a Locarno.

Nel frattempo, la Facoltà di comunicazione, cultura e società ha approvato una nuova area tematica, Cinema and Audiovisual Futures, in modo che a partire dall'autunno gli studenti potranno specializzarsi in studi cinematografici. Sempre in autunno, l’eLab lancerà un programma di formazione per docenti e ricercatori dell'USI per la produzione di video essay per la ricerca e l’insegnamento. Il programma sarà offerto in collaborazione con il Progetto culturale della Facoltà, il cui tema è "Immagini in questione" e che descrive abbastanza bene lo scopo dei video essay. Sto anche portando avanti un progetto di ricerca nazionale pluriennale che esamina i video essay, il loro impatto su molteplici aspetti della società e della cultura e le forme di linguaggio audiovisivo che emergono in diversi contesti. Prima dell'inizio di questo progetto, spero di finire il mio primo lungometraggio che indaga come i media estremisti si stiano evolvendo con i nuovi sviluppi di internet e delle tecnologie digitali come l'intelligenza artificiale.

 

Lei ha insegnato negli Stati Uniti e in Germania. Ci sono differenze rispetto alla Svizzera?

Sto ancora imparando come vivono e pensano gli studenti qui: ci vuole un po’ di tempo perché percepisco una distanza maggiore tra studenti e docenti rispetto alle mie precedenti esperienze di insegnamento. È la prima volta che mi viene rivolto l'appellativo di "professore". Quando ero uno studente di Bachelor negli Stati Uniti negli anni '90, facevo lo stesso con i miei professori, ma alla scuola di specializzazione li chiamavo per nome, "Fred" o "Mary" eccetera. Anche quando insegnavo in un'accademia d'arte in Germania, i miei studenti si rivolgevano a me con il "Du" invece che con il "Sie". Ho l'impressione che la cultura globale stia diventando meno gerarchica, che grazie alle tecnologie digitali le persone più giovani e svantaggiate possano essere viste e ascoltate più facilmente e che la conoscenza stia diventando più multidirezionale e prodotta collettivamente. Personalmente, mi sento più a mio agio con questa disposizione sociale, nella misura in cui può produrre maggiore empatia e comprensione.

 

La sua cattedra fa parte di una sinergia tra l'USI e il Locarno Film Festival. Come è strutturata questa collaborazione e quali sono i principali risultati?

A quanto mi risulta non c'è mai stata una cattedra associata a un festival cinematografico, quindi il primo anno è stato un processo di esplorazione dei possibili ruoli e responsabilità tra le due istituzioni. Il sostegno di Swisscom è stato fondamentale per fornire le risorse e la libertà di perseguire i progetti più rilevanti e di affrontare le questioni più attuali del nostro tempo, come il modo in cui possiamo adattarci in maniera innovativa al panorama audiovisivo in continua evoluzione. Il loro impegno è motivato dall'ambizione condivisa di trarre dalla cattedra utili indicazioni su come il cinema possa rimanere rilevante nel contesto attuale e futuro.

In definitiva, il lavoro più importante che posso fare è produrre una ricerca originale all'interno dell'Università che possa anche ispirare lo sviluppo del Festival. Attraverso l'insegnamento, coinvolgo la prossima generazione di spettatori cinematografici per capire i loro valori e le loro motivazioni e come il Festival possa essere loro utile. E ciò che pubblico e produco, che si tratti di video essay, articoli o podcast, può essere pubblicato sul sito web del Locarno Film Festival contribuendo a mantenere la sua posizione di meta globale per esperienze e approfondimenti cinematografici di qualità. Riassumendo, si tratta di costruire un'intelligenza cinematografica che possa ispirare un futuro più soddisfacente attraverso l'audiovisivo.