Mostra "Finestre sull'altrove, 60 vedute per 60 rifugiati"

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Servizio comunicazione istituzionale

24 Ottobre 2022

Sessanta disegni che ritraggono altrettante vedute dalle finestre da cui uomini e donne rifugiate, provenienti da tutto il mondo, hanno affacciato il proprio sguardo dopo essere stati costretti ad abbandonare la propria vita. Ogni tavola è accompagnata da un breve racconto, dove ciascuno narra del proprio altrove. Un luogo fisico è una condizione simbolica e metaforica costantemente presente nelle loro vite. Questo è quanto propone la mostra intitolata “Finestre sull’altrove, 60 vedute per 60 rifugiati” che si è tenuta dal 18 al 23 ottobre 2022 al primo piano di Villa Ciani a Lugano.

La mostra è stata proposta in occasione del Film Festival Diritti Umani Lugano (FFDUL), edizione 2022, su iniziativa di Amnesty International e con il supporto del Comune di Lugano, della Fondazione Diritti Umani e della Facoltà di comunicazione cultura e società dell’USI. Nel contesto di Amnesty, la mostra fa parte di una serie di iniziative chiamate Art for Amnesty, che consistono nell’utilizzo della pratica artistica per sensibilizzare sui temi di cui Amnesty si occupa.

Il progetto nasce dal lavoro di questi partner all’interno del progetto culturale della Facoltà di comunicazione, cultura e società intitolato “Convergenza e distanza”  e, più nello specifico, promosso dal micro-gruppo che ha lavorato sulla convergenza e distanza di persone e popoli in migrazione, grazie alla professoressa Jolanta Drzewiecka.

La mostra, in una versione parzialmente diversa, è stata esposta per la prima volta da Art for Amnesty presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino.

“Questo lavoro”, ci spiega Luca Visconti, Decano della Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI, “parte da una volontà dell’artista Matteo Pericoli di esplorare le finestre, come spazio emblematico di confronto con la realtà. La finestra inquadra, incornicia, limita lo sguardo sulle cose. È anche un ‘luogo’ paradossale, perché allo stesso tempo dà accesso al mondo, ma ci separa perché ci mantiene all’interno di un contesto che non è direttamente nel mondo esterno. Questo interesse per le finestre è poi stato orientato verso le finestre di diversi richiedenti asilo, molti di loro con storie tanto strazianti quanto eccezionali. A ciascuno di questi 60 esuli l’artista ha chiesto di inviargli sino a 50 immagini di quanto vedono oggi dalla finestre delle loro case. Da queste immagini, Matteo ha ricavato un solo disegno, tanto dettagliato quanto essenziale. Sulla base del disegno, e seguendo indicazioni precise, ogni esule ha in seguito scritto una propria riflessione sull’esperienza di asilo e la ricostruzione del suo rapporto con la patria di origine e di arrivo. Testi e disegni vivono insieme, indissolubilmente”.

“Per noi”, continua Luca Visconti, “questo lavoro è un’espressione non solo del diritto di ogni persona a tutelare la propria vita, trovando rifugio in Paesi che siano meno rischiosi del proprio. È inoltre un invito a pensare al diritto di movimento di ciascuno, consci del fatto che nessuno sceglie dove nascere, ma può -- e dovrebbe essere libero di -- scegliere dove vivere”.